Predittori di fibrillazione atriale nei pazienti anziani sottoposti ad angioplastica coronarica

Angelo Acitelli - Medico specializzando in Malattie dell'Apparato Cardiovascolare - Università degli Studi dell'Aquila

09 Aprile 2018

La fibrillazione atriale rappresenta la tachiaritmia più frequente nella popolazione generale. Si pensa che in Europa nel 2030 saranno 14-17 milioni i pazienti affetti da tale aritmia, con una incidenza di 120.000-215.000 nuovi casi per anno. La popolazione geriatrica è sicuramente quella più colpita e presenta un maggior rischio sia di eventi ischemici cerebrali e periferici che di complicanze emorragiche legate alla terapia anticoagulante1.

La fibrillazione atriale può complicare le sindromi coronariche acute e la sua incidenza durante infarto miocardico, come tachiaritmia di nuova insorgenza, varia nelle varie casistiche tra il 2.3 e il 21%. Nei pazienti anziani questa associazione comporta un peggioramento della prognosi con un aumentato rischio di re-infarto, shock cardiogeno e scompenso cardiaco.

Numerosi studi hanno evidenziato che l’età avanzata rappresenta un fattore di rischio indipendente per l’insorgenza di fibrillazione atriale durante sindrome coronarica acuta, mentre vi sono pochi contributi relativi al sottogruppo di pazienti anziani sottoposti ad angioplastica coronarica.

La rivascolarizzazione miocardica percutanea ha evidenziato un impatto positivo anche nei pazienti geriatrici, a scapito tuttavia di una più alta incidenza di complicanze legate alla procedura ed alla susseguente triplice terapia antitrombotica. In un recente articolo pubblicato su "Aging Clinical and Experimental Research" sono stati indagati i predittori di fibrillazione atriale di nuova insorgenza in pazienti anziani con sindrome coronarica acuta sottoposti ad angioplastica coronarica. Sono stati arruolati 308 pazienti e 54 di questi (17.5%) hanno sviluppato una fibrillazione atriale di nuova insorgenza.

Questi ultimi avevano una più alta prevalenza di pregresso infarto miocardico acuto, di classe Killip avanzata all’esordio, di malattia trivasale e di necessità di supporto inotropo. Questi pazienti presentavano inoltre una funzione sistolica del ventricolo sinistro più compromessa, una peggiore funzione renale e una conta linfocitica più bassa, mentre erano più alti il picco enzimatico, la conta neutrofila e gli indici NLR e MHR. Tali indici sottendono una condizione di infiammazione-stress ossidativo e sono riconosciuti come predittori di eventi avversi in pazienti con sindrome coronarica acuta4,5. NLR esprime il rapporto tra neutrofili e linfociti, mentre MHR il rapporto tra monociti e lipoproteine ad alta densità. Nei pazienti con fibrillazione atriale di nuova insorgenza è risultata inoltre più alta l’incidenza di nefropatia da contrasto e di eventi cardiaci avversi (MACE: morte cardiovascolare, shock cardiogeno, morte cardiaca improvvisa, trombosi di stent, reinfarto miocardico e stroke) ad un mese ed a 6 mesi di follow-up, così come è risultata più alta la mortalità a 1 e 6 mesi. All’analisi multivariata è emerso che un precedente infarto del miocardio e il rapporto MHR rappresentano dei predittori indipendenti di sviluppo di fibrillazione atriale di nuova insorgenza nella popolazione studiata, con un cut-off per il rapporto MHR di 15.87 (sensibilità=75.9%; specificità= 65.0%).

Il limite principale dello studio è rappresentato dal numero ridotto di pazienti arruolati. Tuttavia emerge chiaramente come l’insorgenza di fibrillazione atriale pregiudichi la prognosi dei pazienti anziani con sindrome coronarica acuta. L’identificazione di predittori di eventi avversi può contribuire ad una migliore gestione e prevenzione degli stessi.

NOTE

1) Kirchhof P et al. 2016 ESC Guidelines for the management of atrial fibrillation, developed in collaboration with EACTS. Eur Heart J 2016: 37;2893-2962.
2) Schmitt J et al. Atrial fibrillation in acute myocardial infarction: a systematic review of the incidence, clinical features and prognostic implications. Eur Heart J 2009:30;1038-1045
3) Ulus T et al. Predictors of new-onset atrial fibrillation in elderly patients with acute coronary syndrome undergoing percutaneous coronary intervention. Aging Clinical and Experimental Research, 2018. https://doi.org/10.1007/s40520-018-0926-9
4) Kaya MG et al. Prognostic value of neutrophil/lymphocyte ratio in patients with ST-elevated myocardial infarction undergoing primary coronary intervention: a prospective, multicenter study.Int. J. Cardiol 2013:168;1154-1159
5. Cetin MS et al. Monocyte to HDL Cholesterol Ratio Predicts Coronary Artery Disease Severity and Future Major Cardiovascular Adverse Events in Acute Coronary Syndrome. Heart Lung Circ 2016:25;1077-1086