Effetto antipertensivo dell'esercizio fisico a modalità "self-selected" in donne anziane ipertese: uno studio crossover.

Laura Andrissi - Scuola di Specializzazione in Geriatria - Università degli Studi di Cagliari

18 Novembre 2019

L’Ipertensione Arteriosa colpisce più di un miliardo di persone nel mondo e la sua prevalenza tra gli anziani è altissima (70%), principalmente tra le donne. Negli anziani, seppure in terapia antipertensiva, valori elevati di pressione arteriosa (PA) sistolica sono associati ad un aumento degli eventi cardiovascolari e della mortalità; pertanto deve essere fatto il massimo sforzo per mantenere tali valori entro i limiti raccomandati per età e/o patologia [1]. L’esercizio fisico rappresenta la pietra miliare delle terapie non farmacologiche ed è fortemente raccomandato dalle linee guida per il trattamento dell’ ipertensione arteriosa [2]; vengono raccomandati almeno 30 minuti di esercizio aerobico quasi giornaliero ad intensità moderata (40%-60% della frequenza cardiaca (FC) di riserva.

Questa “dose di esercizio” induce una diminuzione della PA sia nell’immediato, ipotensione post-esercizio (IPE), che nel lungo periodo. L’IPE è stata ben documentata [3] negli anziani ipertesi dopo l’esecuzione di esercizi ad intensità moderata, basati sulla valutazione del volume di ossigeno consumato (VO2) e/o della FC, ma nella pratica clinica tale approccio rappresenta uno scenario irrealizzabile per la maggior parte di questi pazienti. In un recente studio di Barbosa Costa et al [4], condotto dall’ Università Rio Grande do Norte (Brasile), è stato indagato un campione di donne anziane ipertese e sedentarie, in condizioni di “real world”. E’ stato valutato l’effetto di una singola sessione di esercizio aerobico ad una intensità da loro selezionata - “Self Selected Intensity Exercise” (SSE) - sui valori della PA rilevati in ambulatorio, dopo l’esercizio e nelle 22 ore successive. La scelta di svolgere l’esercizio “outdoor” in modalità SSE nasce dal tentativo di renderlo più piacevole ad una popolazione anziana sedentaria che tipicamente preferisce effettuare uno sforzo a ridosso della propria soglia ventilatoria.

Si tratta di uno studio clinico controllato, crossover, nel quale sono state arruolate 23 donne provenienti dall’ambulatorio di cardiologia. Di queste solo 20 rispettavano i criteri di inclusione (età compresa fra 60 e 75 anni, precedente diagnosi di ipertensione arteriosa, terapia antiipertensiva in corso, sedentarietà [< 7500 passi al giorno]) e di esclusione (dolore o affezioni muscolo- scheletriche limitanti l’esecuzione dell’esercizio). In una sessione preliminare è stata eseguita una valutazione clinica (peso, altezza, BMI, FC e PA a riposo), utilizzata la versione breve del “Physical Activity Readiness Questionnaire” e posizionato un podometro che ha certificato la loro ”inattività”. Trascorsa una settimana, è stata effettuata la “sessione di controllo” mediante il test da sforzo col treadmill (TST) per valutare la FC massima ed escludere sintomi e alterazioni elettrocardiografiche suggestive di patologie cardiache. Il livello di sforzo percepito (LSP) dalle partecipanti durante il test è stato valutato ogni minuto utilizzando la scala di Borg (6-20). Il test da sforzo è stato considerato di grado massimale quando le partecipanti hanno raggiunto un LSP >17 e una FC fra ± 10 bpm della FC massima teorica per età (220 - anni).

La PA è stata misurata a riposo e dopo l’interruzione volontaria della prova per raggiunto esaurimento, nonché nelle 20 ore successive (ogni 15 minuti di giorno e 30 minuti di notte). Dopo 7-10 giorni si è svolta la sessione sperimentale su una pista di 400 metri, dopo aver raccomandato alle partecipanti costanza nelle abitudini alimentari e del sonno, di astenersi da intensa attività fisica, caffè e bevande alcoliche, nelle 24 ore precedenti. E’ stata poi misurata la PA a riposo ed iniziata la sessione sperimentale di esercizio SSE della durata di 30 minuti, lasciando le partecipanti libere di regolare la velocità del passo. Durante la prova si è proceduto al costante monitoraggio della FC, alla valutazione del LSP ogni minuto e alla valutazione della sensazione di piacere/dispiacere durante l’esercizio utilizzando la Feeling Scale (FS -5/+5) [5] ogni 10 minuti. Dopo la prova alle partecipanti è stato fatto indossare un misuratore di pressione ed un podometro per valutare i passi accumulati durante il periodo di registrazione della PA, come nella sessione di controllo.

Il giorno seguente è stato inoltre eseguito un test per valutare la qualità e le caratteristiche del sonno nella notte precedente (Modified Pittsburg Sleep Quality Index - PSQI). L’analisi dei dati ha evidenziato dei valori sovrapponibili di PA sistolica (117±11,8 vs 119.±12.1 mmHg, P=0.30) e diastolica (70±7.8 vs 71±8.4, P= 0.38) a riposo, misurate immediatamente prima delle due sessioni; altrettanto sovrapponibili il numero dei passi e la qualità del sonno nel giorno precedente le prove. Nella sessione SSE le partecipanti hanno camminato ad una velocità media di 5.1±1.1 km/ora e speso il 90% del tempo ad una intensità di esercizio da moderata a vigorosa (≥ 40% della FC di riserva), valutandola come leggera (LSP 11±1.5) e piacevole (FS 3.4±1.2). La sessione SSE, rispetto a quella di controllo, ha determinato una riduzione della PA sistolica di 6 mmHg (P<0.001) nelle prime 6 ore post esercizio, della PA sistolica media di 3.4 mmHg (P=0.01) e nelle 20 ore successive e di 4 mmHg (P=0.003). Non sono state riscontrate differenze significative fra le due sessioni nei valori di PA sistolica media durante il sonno e di PA diastolica durante le 20 ore (sia nei periodi di veglia che di sonno).

Sebbene lo studio presenti delle limitazioni (popolazione di età < 75 anni con PA ben controllata, mancato monitoraggio della VO2, studio condotto solo in acuto), i risultati appaiono incoraggianti, con una riduzione significativa della PA sistolica nelle prime 6 ore post esercizio, nelle ore diurne e in generale durate le 20 ore successive rispetto ai valori rilevati nella sessione di controllo. Da sottolineare che le partecipanti, libere di scegliere la velocità del passo nei 30 minuti di esercizio, hanno comunque raggiunto livelli raccomandati per un esercizio aerobico di moderata intensità (≥ 40% della FC di riserva), definito leggero e piacevole, favorendo pertanto la percezione di un aumentata autonomia. Inoltre, nonostante assumessero la terapia antiipertensiva con una PA ben controllata (< 140/90 mmHg), lo SSE ha indotto una IPE di lunga durata. Poiché è emersa una relazione dose-risposta tra la PA a riposo ed i livelli e la durata della IPE, si può ragionevolmente dedurre che una sessione SSE possa determinare una IPE più intensa e di più lunga durata negli anziani ipertesi con PA elevata. Inoltre il monitoraggio continuo della PA in condizioni controllate ha permesso di valutare il carico cardiovascolare durante le attività giornaliere, dimostrando che la diminuzione della PA sistolica può giocare un ruolo nel diminuire il sovraccarico sul sistema cardiovascolare.

Nella pratica clinica corrente, sfortunatamente, l’attività fisica viene prescritta di solito a pazienti ipertesi giovani e di mezza età ma ben poco a quelli anziani, verosimilmente perché questi ultimi rispetterebbero poco un programma di attività fisica “rigido”. Pertanto, una attività ad intensità “self-selected” così come proposta nel presente studio, rappresenta una alternativa semplice e piacevole che può migliorare la “compliance”, al fine di combattere la sedentarietà per una migliore qualità di vita ed una riduzione del rischio cardiovascolare.

Bibliografia

[1] Williamson JD et al. Intensive vs standard blood pressure control and cardiovascular disease outcomes in adults aged ≥75 years: a randomized clinical trial. JAMA 2016;31:2673-82

[2] Pescatello LS et al. Exercise for hypertension: a prescription update integrating existing recommendations with emerging research. Curr. Hypertens Rep. 2015;17:87

[3] Brandao Rondon MU et al. Postexercise blood pressure reduction in elderly hypertensive patients. J Am Coll Cardiol 2002;39:676-82

[4] Barbosa Costa IB et al. Acute antihypertensive effect of self-selected exercise intensity in older women with hypertension. A crossover trial. Clin Interv Aging 2019;14:407-14

[5] Pageaux B. Perception of effort in exercise science: definition, measurement end perspectives. Eur J Sport Sci. 2016;16:885-94