“Il politrattamento farmacologico nell’anziano con malattie di cuore”: indicazioni, stato di salute, appropriatezza

“Il politrattamento farmacologico nell’anziano con malattie di cuore”: indicazioni, stato di salute, appropriatezza

10 Maggio 2018 - 10 Maggio 2018

Il Corso Macro Regionale nasce dalla esigenza di favorire l’incontro tra Cardiologi, Geriatri e Farmacologi su un tema di grande impatto clinico, economico e sociale. La multimorbosità (≥2 malattie coesistenti), presente nella grande maggioranza dei casi, condiziona molti esiti negativi, quali ricoveri ripetuti, disabilità e morte . In molti contesti clinici sono l’insufficienza renale o la presenza di tumori a condizionare le scelte e i risultati, per la possibilità di aggravamento della funzione renale o la ridotta attesa di vita legata alla neoplasia.

Molto spesso negli anziani con multimorbosità la guida alle decisioni è rappresentata dalle scelte del paziente, dalla interpretazione delle evidenze, da considerazioni prognostiche, dalla fattibilità clinica e dalla possibilità di ottimizzare le terapie. La medicina basata sull’evidenza è stata costruita su fasce di popolazione più giovani, con esclusione sistematica degli anziani, così che le comuni linee guida non possono essere applicate ad una popolazione “diversa” come quella anziana. Una delle conseguenze della multimorbosità è il politrattamento farmacologico con gli inerenti problemi dovuti ad una scarsa visione di insieme della complessità del paziente.
La polifarmacia, definita come l’assunzione cronica di 4 o più classi di farmaci, è molto frequente nell’anziano e tale da condizionare i risultati delle cure a causa della maggiore suscettibilità agli effetti indesiderati ed alle interazioni, per la ridotta funzionalità dei filtri epatico e renale.

Nelle ultime decadi farmaci cardiovascolri di largo uso nelle condizioni più comuni (inibitori P2Y12 , statine, inibitori PCSK9 nella malattia coronarica, nuovi antiaritmici e anticoagulanti orali diretti nella fibrillazione atriale, antialdosteronici e inibitori del sistema renina-angiotensina e della neprilisina nello scompenso cardiaco), hanno arricchito l’armamentario farmacologico, ma hanno potenzialmente complicato il regime polifarmacologico dell’anziano con malattie croniche associate.

La polifarmacia costituisce un fattore di rischio di ospedalizzazione e di ricorso al Pronto Soccorso e uno dei compiti più rilevanti della Cardiologia Geriatrica è quello di limitare I trattamenti inappropriati e potenzialmente pericolosi. Analogamente a tutti gli altri settori della Cardiologia, questo tema va rivisitato alla luce della prorompente transizione epidemiologica, che fa porre sempre più spesso indicazioni terapeutiche complesse in fasce di popolazione precedentemente non considerate o reputate a rischio eccessivo in base ai parametri di valutazione tradizionali.

Questi ultimi, come tutta la Medicina Basata sulla Evidenza degli ultimi 30 anni, sono stati ricavati in popolazione generalmente più giovani e con minori comorbilità di quelle che oggi si presentano al chirurgo, per cui si sente la necessità di validare nuovi parametri di più specifico riferimento per gli anziani. In Italia stanno partendo poderose iniziative di ricerca in questo campo, i cui protagonisti sono coinvolti nel Seminario.
La struttura del Corso è caratterizzata da un passaggio di informazioni verticale in cui i partecipanti sono soggetti passivi di apprendimento. Per un più proficuo scambio di esperienze e di dati scientifici, è invece utile rendere attore dell’evento scientifico il numero più vasto possibile di partecipanti. A questo scopo, l'incontro su “ Il politrattamento farmacologico nell’anziano con malattie di cuore”è strutturato secondo un metodo interattivo di scambio delle informazioni scientifiche, già sperimentato in passato con ottimi risultati.

 

 

 

 

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