L’insufficienza cardiaca nell’anziano. Il Seminario SICGe 2018 alle prese con uno dei topic più importanti all'incrocio tra Cardiologia e Geriatria

30 Gennaio 2018

Torna anche quest’anno uno degli eventi più attesi, il Seminario Nazionale della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica, in programma l’8-9 giugno 2018, a Roma.

Il tema di quest’anno, come sempre a cavallo tra le due discipline della Cardiologia e della Geriatria, è uno di quelli col maggiore impatto, clinico, economico e sociale: l’insufficienza cardiaca nell’anziano. Proprio per questo, la due giorni si avvarrà anche del prezioso contributo del GICR (Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa), per una panoramica ancora più ampia e al tempo stesso dettagliata su questa tematica.
Il punto di partenza è semplice: grazie al contrasto ai fattori di rischio per aterosclerosi degli ultimi decenni, si sono ridotte le cause “vascolari” di cardiopatia e sono aumentate quelle più propriamente “tissutali” o degenerative. Ecco pertanto l’incremento dello scompenso cardiaco (SC), non a caso a sempre più prevalente fisiopatologia diastolica, non legata cioè a fenomeni di perdita di tessuto contrattile necrotica, ma piuttosto a sostituzione fibrotica progressiva e perdita di miociti.

Un mutamento che richiede un’adeguata risposta da parte della classe medica: si rende pertanto necessario ridefinire l’epidemiologia dell’insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta e preservata, rivalutare criticamente la nuova classificazione dello SC ed i suoi nuovi fenotipi nel contesto delle sindromi geriatriche. I sintomi dello SC possono essere sottovalutati in quanto confusi all’interno dei processi di invecchiamento, per cui va stimolata la ricerca dell’insufficienza cardiaca nell’anziano.

L’efficacia dei trattamenti, in questa fascia di età, deve essere misurata non tanto sull’aumento dell’attesa quanto sul miglioramento della qualità della vita, ri-orientando la valutazione degli esiti dei trial clinici.
Inoltre, alcuni nuovi farmaci, poco testati nella popolazione geriatrica, devono trovare una loro collocazione, mentre vecchi farmaci, quali ad es. i beta-bloccanti, vanno rivalutati criticamente. La “terapia elettrica” dello SC va riconsiderata per la sua certa utilità e per il rischio talora di futilità, mentre la polifarmacoterapia e le comorbosità possono rendere necessarie scelte non sempre facili.

Come è tradizione, il Seminario non sarà il classico congresso tradizionale: riteniamo che, per un più proficuo scambio di esperienze e di dati scientifici, sia invece utile coinvolgere attivamente i partecipanti. A questo scopo, il Seminario è strutturato secondo un metodo interattivo di scambio delle informazioni scientifiche, già sperimentato in passato con ottimi risultati. Tale metodo è costituito fondamentalmente da due fasi di apprendimento:
A. Fase propedeutica individuale: prevede l’invio telematico a tutti i partecipanti di materiale bibliografico aggiornato (Syllabus) sugli argomenti che successivamente affrontati durante il Congresso.
B. Fase collettiva interattiva: consiste nella discussione sui temi proposti, i cui fondamenti sono già stati appresi ed elaborati dai partecipanti nella fase propedeutica individuale. È previsto l’incontro tra un gruppo di coordinatori particolarmente esperti delle tematiche specifiche del Congresso e un numero di circa 80 discussant, rappresentanti delle maggiori istituzioni cardiologiche e geriatriche del territorio nazionale.

Il Seminario sarà articolato in 4 gruppi di lavoro corrispondenti ai temi previsti dal programma, coordinati da moderatori fissi per ciascun tema, mentre gli altri partecipanti ruoteranno secondo uno schema casuale, in modo da partecipare a tutte le sessioni incontrando interlocutori sempre diversi. Ciascuna seduta di lavoro si articolerà in una brevissima relazione introduttiva (e provocatoria) tenuta dai coordinatori, cui seguiranno una discussione ed una sintesi collettiva alla quale tutti i partecipanti saranno chiamati a contribuire. Tale metodologia “interattiva” permetterà, pertanto, non solo di far conoscere attraverso la fase propedeutica individuale le tematiche che saranno affrontate durante i lavori, ma di confrontare successivamente le diverse esperienze e, quando possibile, di formulare più vasti programmi di studio.